Ogni busto di donna di Isabella rappresenta una caratteristica femminile (Lucilla l’interiorità, Kiburi la fierezza, Alice lo sguardo materno, Cesarina la senilità, Ipazia la scienza violata, Spira l’energia vitale, Priscilla la bellezza pura), per cui è facile immaginarle protagoniste di autentiche storie umane che hanno dell’antico, pur essendo assolutamente attuali.
Ecco che allora a secondo dei temi delle mostre a cui Isabella partecipa, le compone ad hoc, creando situazioni in sintonia con il tema.
Africa – Europa, un tavolo per due
“Occhi puntati come luci su una tavola che non c’è, ma che si presuppone e si prepara per degli assaggi esistenziali per nutrire corpo, ossa, spirito e cuore…”
Alessandra Frosini
Kiburi e Lucilla sono ad uno stesso tavolo con davanti un piccolo recipiente contenete semi, reciproci doni.
L’Africa è rappresentata da KIBURI, che in lingua swahili vuol dire “fierezza”. Essa vuole essere l’affermazione di una razza che si è vista da secoli depauperare della propria terra, della propria tradizione, del proprio sapere, della propria cultura e coltura.
L’Europa è LUCILLA, immersa in un profondo colloquio interiore, consapevole dell’assurda presunzione di essere portatrice di una cultura vincente e dominante.
La TAVOLA è il luogo di riposo, armistizio, riflessione non solitaria ma condivisa per raggiungere la conoscenza che porta alla consapevole bellezza del reciproco rispetto.
I SEMI sono i doni, lo scambio dei tesori che ogni razza coltiva, cura, raccoglie, costudisce, dona.
Sono semi alimentari, che germogliano e nutrono il corpo, la psiche, lo spirito, mantenendo vigorosa la saggezza, il sano senso di appartenenza e quando vengono donati, la pacifica condivisione.
Installazione per “13 a Tavola”, Palazzo Tucci, Dicembre 2015
Sono semi alimentari, che germogliano e nutrono il corpo, la psiche, lo spirito, mantenendo vigorosa la saggezza, il sano senso di appartenenza e quando vengono donati, la pacifica condivisione.
Installazione per “13 a Tavola”, Palazzo Tucci, Dicembre 2015
La Nascita della Donna Selvaggia
La donna selvaggia
conoscersi per non essere preda
conoscerla per rispettarla
” Siamo pervase dalla nostalgia per l’antica natura selvaggia. Pochi sono gli antidoti autorizzati a questo struggimento. Ci hanno insegnato a vergognarci di un simile desiderio. Ci siamo lasciate crescere i capelli e li abbiamo usati per nascondere i sentimenti. Ma l’ombra della Donna Selvaggia ancora si appiatta dietro di noi, nei nostri giorni, nelle nostre notti. Ovunque e sempre, l’ombra che ci trotterella dietro va indubbiamene a quattro zampe” da “Donne che corrono con i lupi”, di Clarissa Pinkola Estés.
Simbologia
Kiburi e Lucilla simboleggiano il sacro e misterioso doppio della natura archetipa della Donna Selvaggia: Kiburi, il mondo esterno, Lucilla il mondo interiore.
I copricapi che le due sculture indossano sono corone che rimandano alla sacralità dei loro poteri.
La pietra, di cui sono fatti intrambi i copricapi, rappresenta l’archetipo, il primitivo, l’eterno.
Dalla piena realizzazione dell’esistenza duale nasce la Donna Selvaggia, capace di generare:
Alice, la madre portatrice dell’afflato vitale.
conoscersi per non essere preda
conoscerla per rispettarla
Frammenti di Vita Mondana
Ancora una volta protagoniste sono Kiburi e Lucilla.
La mostra, “Omaggio alla Donna”, svoltasi marzo 2016 presso il Casinò di Bagni di Lucca, le vede vestite a gran festa, in ricordo dei balli che qui venivano organizzati nei primi del Novecento.
….La vita infatti è anche gioia, spensieratezza, svago, rapporto sereno con l’altro.
La mostra, “Omaggio alla Donna”, svoltasi marzo 2016 presso il Casinò di Bagni di Lucca, le vede vestite a gran festa, in ricordo dei balli che qui venivano organizzati nei primi del Novecento.
Dietro il Sipario, intimi momenti
Lucilla, sguardo interiore. Alice, materna dolcezza.
Il sipario è quel velo, più o meno spesso, che separa la vita quotidiana dall’intimità.
Lucilla e Alice rappresentano appunto due momenti dietro al sipario.
Lucilla è colta in una riflessione con la parte più intima di sé.
Alice è assorta nel calore e nel contatto fisico con la sua creatura, abbandonata alla dolcezza della maternità.
Installazione per “Dietro il Sipario”, collettiva d’arte presso Galleria GAMeC Pisa, maggio 2016
Lucilla e Alice rappresentano appunto due momenti dietro al sipario.
Lucilla è colta in una riflessione con la parte più intima di sé.
Alice è assorta nel calore e nel contatto fisico con la sua creatura, abbandonata alla dolcezza della maternità.